Il 14 ottobre 2024 La Poste emette un francobollo con allegato un adesivo per celebrare il 100° anniversario dell'Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino e il suo 45° congresso mondiale.
Nel pieno del “proibizionismo”, dopo il disastro della fillossera che devastò i vigneti, al termine di una crisi di sovrapproduzione e di scarse vendite di vini, dopo una guerra mondiale e una pandemia, il 29 novembre 1924, a
Parigi, Spagna, Francia, Grecia, Ungheria, Italia, Lussemburgo, Portogallo e Tunisia creano l'Ufficio Internazionale del Vino. Il loro obiettivo, attraverso la definizione di vino e la repressione delle frodi e della concorrenza sleale, è garantire la purezza e l'autenticità del vino fino al consumatore.
Divenuto Ufficio Internazionale della Vigna e del Vino nel 1958, l'OIV estende le sue competenze a tutti i prodotti vitivinicoli, dalla frutta fresca alle bevande spiritose, dall'uva passa alle bevande non fermentate, e amplia la sua missione a livello globale con membri provenienti dai cinque continenti.
Dopo una riforma adottata nel 2001, 50 paesi che rappresentano oltre il 75% dei vigneti mondiali e quasi il 90% della produzione mondiale di vino celebrano nel 2024 il centenario dell’Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino.
In un secolo, migliaia di rinomati scienziati nel campo della viticoltura, dell’enologia, dell’economia, del diritto, della medicina, della statistica e delle scienze umane hanno contribuito, con quasi 1.500 raccomandazioni, allo sviluppo di un vero corpus globale della vite e del vino.
L'OIV è diventato il riferimento scientifico e tecnico intergovernativo del settore, indicando ai suoi membri le misure volte a migliorare le condizioni di produzione e commercializzazione dei prodotti vitivinicoli e tenendo conto degli interessi dei consumatori, sia attraverso la cooperazione con altre organizzazioni internazionali o attraverso l’armonizzazione internazionale delle pratiche e degli standard esistenti.
Stabilendosi a Digione, in un punto storico della città di Digione riconosciuto dall'UNESCO per il suo patrimonio culturale, enologico, gastronomico e accademico, l'OIV inaugura un nuovo secolo di attività al servizio della comunità mondiale della vite e del vino.