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2024La Bestia del Gevaudan - Serie

Serie
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Dati tecnici
  • 01.07.2024
Maggiori dettagli La Bestia del Gevaudan

Il 1° luglio 2024, La Poste ha emesso un francobollo sulla bestia del Gévaudan che seminò il panico in questa regione tra il 1764 e il 1767.

Una bestia, o più bestie, un panico collettivo e una remota regione della Francia, basse montagne, foreste e brughiere dove pascolano le mandrie. Anche la fine della Guerra, quella dei Sette Anni che privò la Francia di parte delle sue colonie e ne ridusse il prestigio europeo, e che lasciò un vuoto sui giornali dell'epoca, quindi affamati di nuove informazioni e pronti a riportare notizie sensazionali. All'inizio dell'estate del 1764, nel Gévaudan, attuali dipartimenti della Lozère e dell'Alta Loira, iniziò una serie di attacchi da parte di una bestia sconosciuta, una serie che durerà tre lunghi anni e, secondo diverse fonti, tra 88 e 124 vittime . L'intervento di un reggimento di dragoni sotto la direzione del capitano Duhamel non permise di fermare le morti brutali, e il vescovo di Mende, cugino di un ministro del re Luigi, pregò e penitì, denunciò la bestia come una punizione divina. Vengono organizzate grandi cacce e le imprese segnano la cronaca, in particolare quella del giovane pastore Jacques Portefaix che, con altri bambini, respinge l'attacco della bestia, poi quella di Marie-Jeanne Vallet, che sarà chiamata "la Pulzella del Gévaudan". . Ma il re, sentendosi messa in discussione la sua autorità da un panico incontrollabile e dagli articoli che fiorivano sulla stampa, in particolare sul Courrier d'Avignon e sulla Gazette de France, per i quali la Corte era in contesa, inviò il più grande cacciatore dell'epoca , Jean-Charles d'Enneval, poi il suo possessore d'archibugio, François Antoine. Ma fu un contadino bracconiere, Jean Chastel, che, nel 1767, uccise finalmente la temuta bestia e portò la pace nella regione.

La storia si unisce a quella di altre bestie, altri panico che, dall'Ancien Régime ai tempi moderni, hanno alimentato le cronache popolari. E tocca anche la complicata convivenza delle società umane con il lupo, animale mitico, tanto ammirato quanto temuto, spesso percepito come simbolo di ciò che è selvaggio in noi. È riapparso in Francia all'inizio degli anni '90.