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Natale

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Da quando San Francesco allestì il primo presepe (vivo) a Greccio nel 1223, la nascita di Gesù è stata raffigurata innumerevoli volte utilizzando tutte le forme di arte visiva. Dalla prima scena, allestita come un ideogramma (accompagnata da campane e fuochi della prima messa di mezzanotte), la raffigurazione si è espansa in ampi paesaggi, che spaziavano da quelli che rappresentavano la Terra Santa a quelli che ricreavano fedelmente, fino al più piccolo dettaglio, le caratteristiche delle colline e delle valli locali, delle città e delle loro strade. Le piccole scene di Betlemme e le loro figure erano spesso opere di grandi maestri e delle loro botteghe, realizzate con tecniche costose e dispendiose in termini di tempo e con un prezzo elevato. Il periodo barocco prediligeva in particolar modo queste sontuose scene teatrali in miniatura. La passione generale per il teatro era già evidente nel diciassettesimo secolo nei piccoli teatri di carta, dove figure stampate graficamente erano disposte per vari temi. Tra queste c'erano anche scene della nascita di Gesù, le prime scene di Betlemme di carta, o la loro forma condensata, la scena della natività. Tali presepi potevano essere conservati nelle case anche da coloro per i quali le preziose scene di Betlemme intagliate erano fuori dalla portata.

Nei secoli successivi, i presepi di carta subirono varie trasformazioni concettuali e tecniche, da sfondi piatti e incorniciati con figure leggermente sfalsate a una tridimensionalità sempre più pronunciata, evolvendosi in profondità quadrate e persino poligonali; da incisioni monocrome, poi colorate, a litografie colorate di varia intensità cromatica. Allo stesso tempo, per due ragioni parallele, i presepi iniziarono a diventare "animati". Inizialmente, erano composti da più parti, persino da molte, con piccole fessure di carta, che, dopo un uso ripetuto, ne mettevano a repentaglio i fragili corpi; poi divennero pieghevoli, realizzati in un unico pezzo, più resistenti, ma forse con un po' meno magia. Raggiunsero l'apice della perfezione romantica negli anni '80 dell'Ottocento. Si svilupparono anche sottogeneri, come il "presepe innevato". Questa “animazione”, montaggio e ripiegabilità, da un lato, continuano la tradizione dei teatri barocchi, mentre dall'altro, corrispondono alla praticità del mondo moderno. Lo spirito del teatro è certamente esaltato dall'introduzione della luce: in fondo alla sala, nella stalla o in ciò in cui la stalla si trasforma gradualmente, c'è di solito una finestra rivestita di carta rossa traslucida, dietro la quale deve essere accesa una piccola luce per evocare i fuochi dei pastori in lontananza e l'oscurità notturna che la circonda. In tutti i paesi europei, con esportazioni in America e poi ricchi ritorni da essa, numerosi editori hanno prodotto queste piccole meraviglie, che sono diventate oggetti di stimato collezionismo natalizio specializzato di "arte povera". I musei competono in mostre dedicate a loro, insieme alle loro interpretazioni estetiche e sociologiche.

In cosa si trasforma gradualmente la stalla? In una casa, una dimora, sempre più vicina. L'ex sogno ad occhi aperti sulla Terra Santa si trasforma in un sogno ad occhi aperti sulla propria sacra casa. Ciò si riflette magnificamente nel francobollo natalizio di quest'anno delle Poste croate. La casa del Nord, risalente alla prima metà del ventesimo secolo, è stata costruita con una struttura scheletrica in legno (Fachwerk), con riempimenti in mattoni e un tetto di paglia. La casa è circondata da una staccionata in legno, e vi si accede tramite scale, con alti alberi di conifere che crescono tutt'intorno. Una stella è caduta sul tetto di paglia, armonizzandosi perfettamente con esso, così che anche il tetto assume parte della sua benedizione dorata. La parete anteriore della casa è stata rimossa in modo che possiamo osservare liberamente la scena interna. Qui, il piccolo Gesù giace sulla paglia, che appare per la terza volta, rendendola allo stesso tempo sia la paglia terrena del tetto che la paglia celeste della coda della stella. Il degrado della casa è appena indicato da un po' di intonaco scrostato sullo sfondo, e gli attributi della povertà, vale a dire la stalla, sono appena visibili perché lo spazio è riempito dalla ricchezza e dal calore di persone riunite che riconoscono, ammettono e ammirano. Così tanto, tutto ciò, si adatta a una piccola struttura di carta; si dispiega naturalmente per assumere le dimensioni delle nostre pareti, finestre, porte e tetto.